Il ruolo dei Trasporti in Agenda Urbana 2030
La Mobilità, riunendo aspetti della salute, del benessere, dell’inquinamento, dell’energia, dell’organizzazione sociale, rappresenta un punto cardine per il corretto approccio alla migliore interpretazione di Agenda Urbana 2030
Lettera inviata dal Referente per l’Area Iblea del Laboratorio Siciliano per la Mobilità Ciclistica SiCyLab ai sindaci di: Giarratana, Modica, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli, Vittoria
Salute ed energia stanno dentro la Mobilità. Ogni anno oltre 400.000 cittadini Europei muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento dell’aria. Raggiungono in profondità i nostri sia agenti fisici (come le minuscole particelle rilasciate dalle combustioni che vengono respirate in profondità nei polmoni), sia agenti chimici di ogni tipo, responsabili di malattie acute, tumori, malattie croniche invalidanti. A questo scenario, al quale purtroppo molti sembrano essersi abituati o rassegnati, si sono aggiunte le malattie correlate a quei virus, come il Coronavirus, la cui diffusione sembra giovarsi enormemente dell’inquinamento atmosferico.
Se si escludono comparti del trasporto aereo e marittimo, il 22% delle emissioni di gas serra provengono dal settore dei trasporti urbani ed extraurbani. Nei periodi estivi, quando gli impianti di riscaldamento sono disattivati, il trasporto urbano diventa la maggiore causa dell’inquinamento dell’aria (2017).
Ai temi della salute e dei gas serra si unisce la pesante crisi energetica, se si tiene conto che il 32% dei consumi energetici finali nazionali è generato dal settore trasporti.
Viene richiesto un approccio strategico. Proprio per queste considerazioni, Agenda Urbana 2030 richiede un Piano strategico per le città italiane, di lungo respiro (6 – 10 anni), che abbia fra i propri obiettivi quello di realizzare sistemi di logistica urbana a zero emissioni di carbonio entro il 2030. Un obiettivo, questo, ritenuto fondamentale per il raggiungimento del sotto – obiettivo 11.6 dell’Agenda 2030 sulla qualità dell’aria. Non interventi occasionali, dunque, e nemmeno “di bassa qualità“, come meri rifacimenti di manti stradali o tappamenti di buche! Ma interventi dichiaratamente rivolti a migliorare la strategia dei Trasporti.
Nel nostro Paese. Il nostro Paese si trova in grande difficoltà con i temi della vivibilità e della salute connessi ai trasporti. Nel 2012 il 9,4% della popolazione denunciava una difficoltà molto alta nell’accesso al trasporto pubblico, contro una media UE del 5,7%, collocandosi al quart’ultimo posto. Addirittura, nel 2015, il nostro Paese si collocava al primo posto nella UE per il numero di morti dovuti ad incidenti su strade urbane. Di converso, gli indici mostrano che nello stesso periodo l’offerta di trasporto pubblico si riduce.
Gli obiettivi nazionali di Agenda Urbana erano rappresentati dal raggiungimento di 50% del riparto modale tra le automobili e le altre forme di mobilità. In particolare, la Carta di Bruxelles, firmata nel 2009 da 36 città, fra cui Bruxelles, Ghent, Milano, Monaco di Baviera, Siviglia, Edimburgo, Tolosa, Bordeaux, Gdansk, e Timisoara, impegna i firmatari a raggiungere almeno una quota del 15% di spostamenti in bicicletta entro il 2020, e chiama le istituzioni europee a fare lo stesso. Una percentuale ampiamente superabile nelle piccole e medie città, con facili accorgimenti anche in quelle con inclinazioni forti o comunque sensibili (San Francisco, Berna, ecc). l’ANCI, dal canto suo, segue son attenzione l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. E la Sostenibilità non può che affrontare con decisione gli argomenti connessi all’energia, alle emissioni, alla qualità trasporto.
Le azioni di Agenda Urbana per la Mobilità. In definitiva, secondo Agenda Urbana 2030, le azioni necessarie sono suddivise in 4: a) investimenti per recuperare il gap nella dotazione di infrastrutture di trasporto pubblico; b) finanziamento delle ferrovie suburbane; c) potenziamento dell’offerta del trasporto pubblico locale (a partire dalle città del sud); d) incentivi alla mobilità intelligente, elettrica, ciclabile e pedonale.
I trasporti nel sud est Sicilia. I trasporti nel sud est debbono essere affrontati come collegamenti fra le città e dentro le città. La Ferrovia del Barocco andrebbe potenziata in tutti i modi, tenendo conto che essa unisce Ragusa, Modica, Scicli, Vittoria e, dall’altro capo, raggiunge Siracusa.
Tenendo conto che gli spostamenti sistematici costituiscono la maggiore fonte di inquinamento e di stress, sia stagionali (fra le residenze cittadine e quelle estive, fra casa e scuola), sia giornaliere (casa – lavoro), occorrono azioni per la loro razionalizzazione, per il massimo impiego di mezzi collettivi (treno per raggiungere il mare, sulla stessa infrastruttura della Ferrovia del Barocco) e di mezzi non motorizzati (a piedi e in bicicletta). La metroferrovia di Ragusa opera nella stessa direzione; mentre, raggiungere il mare potrebbe essere semplificato dall’impiego della stazione di Sampieri (Scicli), dotandola di mezzi elettrici ad uso degli utenti della linea ferroviaria.
I trasporti collettivi extraurbani … hanno bisogno dei trasporti urbani! Il successo degli spostamenti in treno e in pullman è connesso alla qualità dei servizi trasportistici che il viaggiatore trova nelle città e presso le stazioni. Bus urbani, car sharing, bike sharing, veicoli quali monopattini elettrici e piccole vetture elettriche con copertura, monoposto o biposto, possono costituire un forte attrattore per la visita turistica delle città servite dalla ferrovia e dai bus, ma anche per gli spostamenti per scuola e lavoro, se si tiene conto del freno rappresentato dalla carenza di strumenti per gli spostamenti urbani una volta arrivati alla stazione ferroviaria o del bus. È comunque fuori di dubbio che i trasporti di collegamento fra le città vadano intensificati e coperti con veicoli eco-compatibili, anche perché questo conferirebbe all’intero comprensorio una immagine green che di certo fungerebbe da attrattore di per sé stesso.
La mobilità non motorizzata. La mobilità pedonale e ciclistica fra le città – a vantaggio sia dei residenti che dei viaggiatori – riceverebbe un grande impulso dal completamento della ciclopedonale costiera Santa Croce – Marina di Modica (con estensione sino a Scoglitti ad ovest e Pozzallo a est), che allo stato presenta un gap a Scicli; mentre, opera non da meno è il completamento verso il capoluogo (Ragusa) della ciclopedonale di connessione lungo la ferrovia dismessa, da Giarratana verso ovest, sul quale tratto sussiste una progettazione definitiva. Come è noto, perlomeno a chi si occupa di questi fenomeni, l’effetto di queste opere manifesta una forte destagionalizzazione a favore del turismo qualificato e ad alta propensione alla spesa.
Le Città “150” – “1t” – “30”. Le città dovrebbero garantire servizi trasportistici pubblici ogni 150 metri e/o a 15 minuti di cammino. Scicli è un caso studio ideale, in quanto essendo larga “larga” circa 600 metri, un bus circolare adeguatamente organizzato e potenziato avrebbe modo di soddisfare completamente alle esigenze di trasporto cittadino. Si dimostra ampiamente, inoltre, le la riduzione della velocità di punta dei veicoli, provoca un aumento della velocità media, da questo l’estensione progressiva del limite di velocità a 30 km/h. Altri importanti strumenti sono i seguenti.
Quali iniziative? La lettura degli obiettivi di Agenda Urbana 2030 rende chiaro che all’interno delle città ogni sforzo dovrebbe essere fatto per ridurre l’uso dell’automobile, avvantaggiando gli strumenti alternativi con provvedimenti infrastrutturali, strutturali e fiscali. Piste ciclabili in sede propria, “strade ciclabili” di collegamento fra i quartieri con traffico motorizzato limitato a quello strettamente locale e riduzione della velocità a 10 km/h, riduzione della velocità dei veicoli motorizzati a 30% per garantire maggiore velocità media e minori stress e inquinamenti, allargamento sia dei marciapiedi, sia delle zone precluse al traffico, parcheggi facilitati e gratuiti per le biciclette di fronte agli esercizi commerciali, car sharing, bike sharing, monopattini elettrici, mobility manager e revisione degli orari della città sono tutti strumenti che possono e debbono essere ricondotti all’interno di un piano di mobilità. In ogni caso, sempre per garantire la più elevata velocità media, il limite dovrebbe attestarsi sui 30 km/h, ad esclusione delle arterie di collegamento fra i diversi quartieri nelle grandi città adeguatamente progettate.
Conclusioni: Strategia e Partecipazione. L’impiego dei fondi di Agenda Urbana per le sei città iblee – la cospicua somma di 53 M€ – dovrà essere indirizzato verso impieghi preceduti da adeguato documento strategico che dimostri di garantire il raggiungimento degli obiettivi espressamente sanciti nelle note comunitarie e nazionali. Trattandosi di argomenti strettamente connessi all’ambiente, sarà altresì necessario soddisfare i principi della Partecipazione Popolare per come disposto dalla Convenzione di Aahrus (1998) e dalle norme attuative nazionali (L.108 /2001 e seguenti). La Mobilità, riunendo aspetti della salute, del benessere, dell’inquinamento, dell’energia, dell’organizzazione sociale, rappresenta un punto cardine per il corretto approccio alla migliore interpretazione di Agenda Urbana 2030.