SCICLI. MUOVERSI BENE IN UNA PICCOLA (NON TROPPO) CITTÀ
Scicli è una cittadina di circa 27.000 abitanti (frazioni comprese). La forma dell’abitato assomiglia ad un ovale, con il diametro maggiore intorno ai 2,5 chilometri, mentre quello minore è di circa 5-600 metri. Misure ideali per dare concretezza alla regola città vivibile e dove tutto si trova a “15 minuti” e /o “a 300 metri”. Con queste misure è facile realizzare una mobilità davvero sostenibile, ovvero in grado di eliminare l’obbligo all’uso dei veicoli imposto dalla dis – organizzazione di molte città del sud. La diffusione dello smart working e la fornitura di servizi digitali sono ulteriori fattori positivi in grado di contribuire alla drastica riduzione degli spostamenti fisici motorizzati. Muoversi bene, a piedi, in bici e con i mezzi pubblici deve essere l’obiettivo da raggiungere, in una comunità che tiene alla qualità della vita dei propri cittadini.
La Mobilità Sostenibile riguarda la città nel suo complesso, si rivolge a tutti coloro i quali la vivono quotidianamente: residenti, lavoratori, avventori, turisti, visitatori, fruitori a vario titolo dei servizi che essa offre. È uno strumento per migliorare la qualità di vita di ognuno di loro. Partire da questa premessa è di estrema importanza, poiché un’Amministrazione comunale deve porre in essere azioni ponderate sulla base di un’adeguata programmazione generale, idonea a tenere conto e fare sintesi fra tutti gli interessi legittimi che sottendono alla vita attiva di un contesto urbano. L’era post covid ha registrato cospicui finanziamenti per la mobilità dolce e quella a propulsione elettrica. Facciamo però caso che il problema principale della mobilità è immancabilmente costituito dai veicoli circolanti (tipo e numero), per lo più privati, non la propulsione. Elettrica o meno, l’obiettivo è quello di ridurne il numero, perché l’incremento della vivibilità di un luogo è nella drastica riduzione delle automobili. La Danimarca ne è un esempio: quando negli anni ‘70 il numero di auto era maggiore delle persone, quel Paese adottò rivoluzionarie politiche pubbliche sia in materia di mobilità sostenibile, sia in materia di welfare. Oggi sono molte le città, grandi, grandissime e piccole, che hanno intrapreso questa strada.
Nel complesso, la mobilità collettiva e quella individuale non motorizzata dovrà essere ispirata al criterio della città tutto a “15 minuti” e /o “a 300 metri”.
Riduzione e moderazione del traffico veicolare sono gli obiettivi da perseguire. Le azioni di mobilità sostenibile – riduzione della velocità, ampliamento delle ZTL e delle aree riservate al traffico pedonale e alle modalità non motorizzate, gli interventi per la moderazione del traffico, eccetera – hanno un’enorme valenza politica e questa richiede estrema attenzione nell’operare una scelta piuttosto che un’altra, ascoltando tutti i portatori d’interesse (tutti, nessuno escluso) ed adottando poi un piano complessivo di interventi coordinati e coerenti l’un con l’altro. Poiché la mobilità non interessa solo come ci muoviamo ma, così come sottolineato dal professore G. Viesti, «il potenziamento di una nuova mobilità sostenibile, fra le città e nelle città, può determinare un salto nella possibilità di circolazione delle idee, delle persone, delle merci e dei turisti». La Mobilità è uno dei luoghi primari per la scommessa sul futuro di una comunità. Obiettivi primari sono la riduzione degli spostamenti per numero e per tempo dedicato, l’aumento della quota di spostamenti a piedi, su mezzi pubblici e su mezzi individuali non inquinanti per polluzioni chimiche e per rumori, la eliminazione o la drastica riduzione dei disagi, dei rischi di infortunio e di malattia. L’incremento di spostamenti liberi per i bambini.
I trasporti sociali e i trasporti collettivi svolgono un ruolo estremamente importante per il benessere della città. L’attivazione del trasporto per gli anziani e per le persone a ridotta mobilità in genere deve riguardare anche le contrade periferiche (es da contrada Genovese, per spesa, per pratiche presso il Municipio, ecc). Il servizio portatori di handicap dovrà essere sempre operativo e affidabile, tenendo conto che il Municipio ha ricevuto in dono un veicolo attrezzato. Il servizio scuolabus, che favorisce la mobilità degl studenti, è uno dei perni di una città civile.
I trasporti collettivi sono la forza della mobilità sostenibile, oltre all’incremento degli spostamenti non motorizzati (a piedi e in bici o veicoli a due ruote o monoruota a propulsione muscolare o elettrica) Navetta circolare.
Poiché la massima sezione est – ovest di Scicli è di circa 600 metri e poiché la distanza fra via Nazionale e gli estremi delle cave San Bartolomeo e S. M La Nova è di circa 300 metri, una navetta circolare che viaggiasse con regolarità fra i due parcheggi di Zagarone e di San Nicolò (distanti fra loro circa 2,1 km) potrebbe garantire un efficace servizio di prossimità mediante una “circolare” il cui tempo del percorso ad anello avverrebbe in non più di 25 minuti.
Come si diceva, un servizio ad hoc va realizzato per i quartieri periferici (Genovese) e le frazioni montane (San Giovanni Lo Pirato). In questi termini, rivedere accordo SAIS, itinerari, frequenza e capolinea bus urbani e frazioni – centro. Massima attenzione al collegamento fra la Città e le frazioni marinare, specie in estate, per evitare massicci spostamenti di automobili verso le spiegge.
I collegamenti con altre città spesso richiedono interventi che non possono essere presi da un singolo comune, ragione di più per avere le idee chiare, per unirsi con altre municipalità e per esercitare pressioni sulle istituzioni preposte. In ogni caso, massima cura deve essere riposta al miglioramento dei collegamenti su gomma e su ferro. Occorrono azioni per ridurre i tempi di percorrenza fra Scicli – Aeroporto di Catania – Catania stazione centrale. E anche per i bus navetta per un efficace collegamento con aeroporto di Comiso.
“Un marciapiede per le mamme” è una iniziativa volta a restituire dignità a tutti i pedoni, dagli anni ’60 divenuti ospiti indesiderati delle città suddite della divinità automobile, specie del sud Italia, ridotta a vera e propria colonia dello sviluppo automobilistico (tema da affrontare e sviluppare altrove). Qui si pone l’accento al recupero di marciapiedi a misura di passeggino per i bambini e di carrozzina per disabili. Si tratta di individuare, insieme alla cittadinanza, uno o più marciapiedi per anno da allargare per ciascuna strada principale della città (scelti con la cittadinanza).