La Politica della Felicità antidoto del Populismo
Scicli, 19 marzo 2017 – – BOZZA DI LAVORO
La Politica della Felicità
antidoto del Populismo
Siamo con Michela Marzano quando afferma il primato del pensiero sull’azione senza pensiero e con Tullio Marcon e alla sua “politica diffusa”, in opposizione alla “politica del giorno delle elezioni”.
Siamo con il filosofo Herbert Marcuse quando esorta “Immaginazione al potere”! Immaginazione al potere perché la ragione e il linguaggio non sono più in grado di trascendere la realtà e di opporre un “grande rifiuto” al modello vigente. E siamo con Marcuse quando denuncia il carattere fondamentalmente repressivo dalla società industriale avanzata, che riduce l’uomo ad “una dimensione”, la dimensione di consumatore, euforico e ottuso, la cui libertà sta unicamente nella possibilità di scegliere tra i prodotti diversi che la produzione industriale mette a disposizione. Una situazione addirittura peggiorata nella società post industriale e post democratica. Ovvero, in una società dove rispettivamente la finanza è strumento amorale di arricchimento di pochi a danno di molti e dove le lobby hanno sostituito Stati e Parlamenti.
Siamo con il filosofo psicanalista Cornelius Castoriadis, quando afferma che per disinnescare la “megamacchina”, che stritola l’uomo ad una dimensione di Marcuse, e per generare un mondo nuovo occorre “decolonizzare l’immaginario”, liberandolo dalle illusioni del consumismo.
Siamo con Stefano Bartolini quando afferma che la società dei consumi dell’uomo di Marcuse poggia le sue fondamenta sull’infelicità indotta dal sistema, ovvero sulla colonizzazione dell’immaginario di Castoriadis.
Siamo con Lidia Undiemi , Diritto dell’economia, quando individua il dramma del lavoro nella perdita di sovranità da parte dello Stato a favore di enti sovranazionali non eletti che non rispondono alla società ma alle lobby (postdemocrazia), e quando afferma che vecchi e nuovi strumenti possono e debbono essere messi in campo per tutelare i lavoratori nell’epoca della delocalizzazione e della deresponsabilizzazione creata ad arte con il meccanismo delle holding., vere e proprie scatole cinesi che tolgono il lavoro senza darlo.
Siamo con l’economista Alberto Bagnai e con tutti coloro che identificano il cambio fisso imposto dall’euro in una tassa a carico dei Paesi deboli a tutto vantaggio dei Paesi forti, ma che indica una possibile strada da per uscirne. E con Stiglitz, quando suggerisce perlomeno la formazione di una moneta comune per i Paesi Mediterranei.
Siamo con Serge Latouche e con tutti i pensatori che affermano come la società conviviale del Mediterraneo sia il luogo nel quale possono avvenire il disinnesco della Megamacchina e l’innesco della decolonizzazione dell’immaginario di Castoriadis, in cui l’uomo falsamente libero e appiattito sulla sola dimensione consumista di Marcuse può recuperare quelle dimensioni che lo fanno Uomo, il luogo dove il pensiero di Michela Marzano precede l’azione. E l’azione, finalmente, diventa Politica Diffusa in mano ai cittadini comuni attraverso gli Strumenti di Partecipazione Popolare Strutturata.
La nostra Visione è quella di una società mediterranea conviviale, non incarognita dal perseguire una ricchezza materiale che definizione non può dare felicità, bensì rasserenata dalla partecipazione, dalla solidarietà, dalla parificazione fra l’uomo e il suo ambiente.
La nostra Missione è quella di costruire le basi della Politica Diffusa attuando gli strumenti della Partecipazione, della Contaminazione, della Cooperazione e della Collaborazione, costruendo una una rete trasversale fra le Comunità.
Abbiamo bisogno di un partito che sia prima un’area culturale in grado di definire con chiarezza i propri valori e chiami a raccolta chi vi si riconosce, che si contamini senza risparmio operando non nella frammentazione dei distinguo, bensì vivendo nell’inclusione e rimanendo con chiarezza e trasparenza ciò che dichiara di voler essere essere.
Un partito che con fierezza e mai con arroganza rimedi alla grande truffa ideologica che “sinistra e destra non esistono più”.
Vogliamo generare felicità e sviluppo nelle Città e nei Cittadini mediante reti di area vasta che facciano superare sperperi di energie, facciano balzare in alto il rendimento dell’impegno dei Municipi oggi rinserrati in se stessi anche se non più protagonisti di battaglie di campanile.
Crediamo in un partito che lavori strettamente con il Sindacato per rivoluzionare la distribuzione della ricchezza prodotta con l’aumento della produttività del lavoro artatamente sottratta ai lavoratori a vantaggio delle imprese e con il devastante risultato di avere massacrato il potere di acquisto dei cittadini e, in ultima analisi, condannato le imprese al fallimento una dopo l’altra. Che operi accanto ad al Sindacato nella corsa alle nuove competenze che sono indispensabili per la difesa del lavoro massacrato dalle nuove armi della neoliberismo e che si basano su delocalizzazione delle produzioni e sulla deresponsabilizzazione delle imprese.
Abbiamo bisogno di un partito che affermi un nuovo modo di sentire e governare i Beni Comuni, portando tutti i giorni i cittadini ad operare la Politica mediante gli strumenti della partecipazione Popolare.
Abbiamo bisogno di un partito che in Europa stringa alleanze che mirino a sconfiggere la velenosa strategia del carciofo che per prima ha soffocato la Grecia e che con l’arma più sopraffina del referendum avrebbe voluto soffocare definitivamente anche il nostro Paese. E che colga la missione epocale che oggi il nostro Paese può rappresentare e che è quella di guidare l’Europa mediterranea verso una nuova visione della vita dei cittadini che si ponga a modello di vita e impronti le scelte di politica sociale di quella Europa che sopravviverà alle corrosive crisi etiche dei nostri giorni
Poniamo al centro del dibattito politico:
Politica territoriale:
I Municipi siano il luogo dell’azione politica Azione concertata e contemporanea presso i Municipi da parte dell’area culturale della Sinistra presente nelle Città per l’adozione degli strumenti di Partecipazione Popolare e delle azioni conseguenti, con l’intento di riportare i cittadini al dibattito politico “diffuso”, reale e continuato nel tempo:
1. individuazione dei capitoli di spesa e delle procedure idonee Bilancio Partecipativo, a cominciare predisposizione degli atti necessari alla partecipazione alla spesa ex lege 5/2014 (“almeno il 2% delle rimesse regionali),
2. piattaforma comune per la presentazione contemporanea presso i Municipi dei Regolamenti per la Gestione condivisa dei beni Comuni e dei conseguenti Patti di Collaborazione
Difesa della Costituzione
1. una buona, serena e incisiva comunicazione per far comprendere al numero maggiore di Cittadini quale fosse lo scopo reale dell’attentato alla Costituzione perpetrato da quella parte dei parlamentari proni alle lobby finanziarie della post-democrazia.
2. La verifica della la possibilità di dare forte seguito a modifiche costituzionali che vadano realmente incontro alle richieste di semplificazione e economia e se ciò sia possibile senza dare il fianco a manovre di “rientro” da parte dei reazionari.
Difesa del lavoro
1. la necessità di attivare tutti gli strumenti del Diritto e del Diritto dell’Economia volti a contrastare la deresponsabilizzazione delle imprese indotta dalla globalizzazione e dalla conseguente delocalizzazione, fenomeni che hanno comportato la facilità al licenziamento del lavoratore indifeso
2. la messa a punto degli strumenti per ridurre il movimento incontrollato dei capitali. La deresponsabilizzazione si manifesta nelle holding delocalizzate (es: call center) e non mancano già buoni esempi di resistenza.
Politica economica interna
1. la redistribuzione della ricchezza prodotta dalla produttività del lavoro, ravvisando nell’attuale iniqua distribuzione la perdita del potere di acquisto da parte dei lavoratori (ovviamente comprendendo la borghesia…), la crisi economica e la profonda e inutile iniquità dei tentativi di risolverla attraverso “l’austerity”, funzionale soltanto ai grandi gruppi di speculazione de localizzata, che dopo aver spremuto uno Stato per volta (hanno cominciato dalla Grecia), si rivolgeranno altrove
2. L’abolizione del Fiscal Compact, nonostante la “guerra” che seguirà nell’Europa post-democratica in mano alle lobby finanziarie
Politica estera
Poniamo al contro del dibattito la Rete fra gli Stati Mediterranei con lo scopo di bloccare la “strategia del carciofo” mediante:
1. lo sganciamento dal cambio fisso attuale (euro) e la elaborazione di una strategia alternativa (fuoriuscita, “medit-euro”, ecc)
2. l’abolizione del Fiscal Compact, con conseguente recupero della sovranità monetaria e dunque economica degli Stati
Oggi, in questi giorni, alla società duramente provata della Sicilia del Sud Est spetta, più che ad altre, il compito di indicare la via verso uno stile di vita improntato alla collaborazione, alla serenità, alla solidarietà, all’affrancamento dai falsi bisogni, alla felicità.