Scicli: se non apre il Centro Neurolesi il Busacca chiude?
Se non apre il Centro Neurolesi
il Busacca chiude?
L’accordo 2015 fra IRCCS e ASP Ragusa conferisce all’Ospedale Busacca di Scicli un ruolo di grande prestigio.
Una Unità di Riabilitazione a Carattere Scientifico dell’IRCCS è in grado di attrarre pazienti (con relativi accompagnatori) da altre regioni, fa gola ad altri ospedali, fa paura a quella parte della sanità privata che lucrando sulla debolezza di quella pubblica agisce sotto traccia per ostacolare la crescita dei presidi ospedalieri.
L’accordo prevede l’apertura dei primi 10 posti letto entro il 31 gennaio 2016, ma i lavori stanno andando a rilento. Una cosa è certa: se l’accordo salta per l’incapacità di portare a termine la ristrutturazione, sarà per qualcuno l’occasione buona per scippare anche le lungodegenze e le altre riabilitazioni.
Il glorioso Ospedale Busacca di Scicli, così definitivamente svuotato, diverrà facile preda di chi aspetta da tempo una occasione come questa per chiuderlo.
Il Centro di Riabilitazione IRCCS deve entrare in funzione, solo così il Busacca resterà aperto e potrà sperare in tempi migliori.
C‘è un accordo, sancito dalla delibera del 21 dicembre 2016 fra l’Azienda Sanitaria Provincia di Ragusa e l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” “IRCCS” di Messina, per l’attivazione di un reparto per la riabilitazione dei neurolesi presso il presidio Busacca di Scicli. Si tratta di 24 posti letto, dei quali il cronoprogramma allegato al protocollo prevede l’allestimento di 10 posti entro il 31 gennaio e il completamento entro aprile 2017, ma i lavori vanno a rilento e cresce la preoccupazione.
Perché l’attivazione del Centro di riabilitazione è essenziale per la sopravvivenza di Scicli è presto detto.
Attualmente, per le ragioni che tutti conoscono, e sulle quali bisognerà presto tornare, l’ospedale Busacca è ormai privo di chirurgia, dunque della chirurgia d’urgenza e conseguentemente di un pronto soccorso degno di questo nome. Il decreto Balduzzi (2012) e quanto ne è seguito accorpa gli Ospedali di Scicli e di Modica, per costituire un presidio ospedaliero definito “di base”, ovvero con un bacino di utenza che è compreso fra gli 80.000 e i 150.000 utenti.
Con riferimento al sud est, la situazione è la medesima per gli ospedali di Comiso e Vittoria, per i quali il piano non prevede e non ha in previsione niente di più di quanto abbia il presidio Modica – Scicli, nonostante si possa sentire o leggere qualcosa di diverso.
Veniamo ora alla delicatissima situazione di Scicli. L’ospedale della cittadina iblea attualmente può contare sulle lungodegenze e sulla riabilitazione. In questo senso, l’accordo siglato dall’ASP con il Centro IRCCS di Messina, che apporterebbe a Scicli un ulteriore reparto di riabilitazione, effettuerebbe anche ricerca scientifica e utilizzerebbe strumenti avanzatissimi come quelli previsti nella robotica riabilitativa, è di estrema importanza, perché permetterebbe al presidio di Scicli di rimanere aperto e di poter sperare in un futuro migliore.
Purtroppo, la riabilitazione robotizzata e la ricerca scientifica fanno gola ad altri ospedali, soprattutto a quegli ospedali che hanno un bacino di riferimento troppo ristretto e si trovano in seria difficoltà, ma non vantano accordi come quello stipulato per Scicli.
Anche la lungodegenza e la riabilitazione tradizionale fanno gola ad altre strutture, per l’indotto che esse generano in città. Scicli, infatti, con la sua crescente notorietà e la crescente qualità nell’ospitalità, proprio di quell’indotto potrebbe assicurarsi una importante fetta, con importanti ricadute per la propria economia.
Per dirla tutta, anche una certa parte del mondo della sanità privata non vede con entusiasmo un ospedale, e fra tutti proprio quello di Scicli, in grado di accaparrarsi una quota importante della lungodegenza e della riabilitazione.
Perché la difesa e l’avvio operativo dell’accordo con l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” “IRCCS” di Messina può diventare questione di vita e di morte per l’ospedale di Scicli? Perché se salta, si porterà nel baratro tutta la riabilitazione e poi tutta la lungodegenza.
Considerato che al momento al Busacca non c’è altro, a tanti bravi “amici” verrà a quel punto facile poter sostenere che i padiglioni ospedalieri saranno diventati scatole vuole da chiudere tutti e definitivamente.
Ecco perché vogliamo sapere chi sta rallentando i lavori per l’apertura del Centro a Carattere Scientifico, chi sta coltivando la segreta speranza di vedere chiuso per sempre l’ospedale di Scicli. Il Centro deve essere aperto al più presto. Siamo assolutamente certi che il nuovo assetto democratico garantirà alla Città la massima tutela per il futuro del glorioso “Ospedale Ricovero Busacca di Scicli”