Scicli: i Conti alla Corte?
Scicli: alla Corte i Conti?
I fatti economico – finanziari verificatisi durante il periodo di gestione straordinaria debbono essere riesaminati con urgenza al fine di eliminare o ridurre l’impatto sulle provatissime tasche dei cittadini. Cosa direbbe la Corte dei Conti se ne fosse a conoscenza?
A quanto sembra, il nuovo governo della Città ha iniziato ad affrontare con giusta fermezza il tema delle questioni finanziarie ancora aperte o che è possibile riaprire. L’esempio ormai noto a tutti è quello del rimborso di 723.222 euro chiesto dall’Assessore al Bilancio al Ministero dell´Economia e delle Finanze e al Ministero dell´Interno. Occorre ora affrontare con altrettanta decisione alcune azioni effettuate durante il precedente governo commissariale, con l’obiettivo di lenire le conseguenze sulle casse della Città e sui provatissimi risparmi dei Cittadini.
Infatti, la sentenza della Corte Costituzionale n.129 del 2016, relativa alla determinazione della riduzione del Fondo Sperimentale Riequilibrio 2013, ha dichiarato illegittima la riduzione dei trasferimenti statali decisa nel 2013.
Apriamo questa nota con un elenco delle azioni sulle quali occorrerà esercitare un controllo nel tentativo di scongiurare ulteriori multe, di annullare sanzioni non dovute, di rinegoziare posizioni estremamente onerose poste senza giuste ragioni evidenti a carico dei cittadini di Scicli. Un elenco che solo il lavoro del governo recentemente eletto potrà confermare o completare, tenuto conto della dell’insoddisfacente dialogo da parte dell’amministrazione straordinaria che ha determinato i destini della città dal gennaio 2015 sino ai primi giorni del dicembre 2016.
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La LR 24 gennaio 2014 n. 5 all’art. 6 “Disposizioni in materia di assegnazioni finanziarie ai comuni”;
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Copertura del 36% del costo dei servizi a domanda individuale;
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“Transazione” con il comune di Modica su oneri conferimento discarica San Biagio;
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“Transazione” con il comune di Ispica su oneri conferimento discarica San Biagio;
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Costituzione in giudizio presso il TAR Lazio e presso il Consiglio di Stato;
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Piano di Riequilibrio Pluriennale.
1 – La Legge Regionale del 24 gennaio 2014 n. 5 all’art. 6 “Disposizioni in materia di assegnazioni finanziarie ai comuni”. Multe per i comuni inadempienti.
La LR 24 gennaio 2014 n. 5 all’art. 6 “Disposizioni in materia di assegnazioni finanziarie ai comuni” al comma 1 istituisce una compartecipazione dei cittadini all’impiego di almeno il 2% dell’importo che la Regione versa annualmente ai Comuni (importo che proviene dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF). Oggi i cittadini di Scicli conoscono la procedura in quanto il nuovo governo, pur insediatosi a pochi giorni dalla scadenza prevista dalla norma, è riuscito a sottoporre alla loro attenzione scheda riportante alcune opzioni. Nulla del genere è però accaduto nel 2015 e ci chiediamo se questo potrà comportare – se non ha già comportato – la diminuzione dei trasferimenti a favore del Comune di Scicli.
2 -Copertura del 36% del costo dei servizi a domanda individuale – sanzione di 232.000 euro
Sono “Servizi a domanda individuale” tutte quelle attività poste in essere dall’ente locale (e dunque anche dai Comuni) non per obbligo istituzionale e utilizzate a richiesta dall’utente, cioè dai cittadini [1]. Tutti i Comuni che si trovano in condizione di deficitarietà strutturale (“pre-dissesto”) [2] sono obbligati a elevare la soglia minima di copertura dei servizi a domanda individuale [3]. Attualmente, tale soglia minima è fissata nell’aliquota del 36% del totale del costo dei servizi.
A Scicli, nel 2012 la copertura dei servizi si attestava su un molto modesto 13,96% e nel 2013 l’aumento era stato modestissimo, raggiungendo l’aliquota del 14,58%. Nel 2014 l’aliquota prevista in sede di bilancio preventivo era del 36,09 %; tuttavia, a ragione del fatto che alcuni cittadini non erano stati in condizione di pagare le nuove tariffe, in un primo momento tale percentuale era sembrata assestarsi sul 29,15% [4], una aliquota comunque di gran lunga superiore (doppia) di quella registrata nel 2013. Sembrava a questo punto inevitabile doversi assoggettare alla sanzione governativa, pari al 10% dei primi 3 titoli del consuntivo 2013, sanzione che, per Scicli, corrispondeva all’importo di 232.000 €. Si scatenava ad arte, in quei giorni, una incompetente canea mediatica contro coloro che avevano governato la città nel 2014, colpevoli … di aver raddoppiato il gettito della contribuzione cittadina rispetto agli anni precedenti!
Invece, la sentenza della Corte dei Conti 25/02/2015 n.115/2015/PAR accoglieva il punto di vista di quei Comuni, e fra questi Scicli, che avevano sostenuto l’esclusione dal novero dei servizi di trasporto scolastico (bus) da quelli soggetti a contribuzione da parte dei cittadini. Questo provvedimento della Corte portava al 37% la percentuale di copertura registrata a Scicli e rendeva la sanzione governativa non applicabile.
La Commissione Straordinaria, incomprensibilmente, continuò ad operare come non tenendo della delibera della Corte dei Conti, ignorò una richiesta formale di revoca delle delibere n. 14 e 15 del 29/09/2015 immediatamente inoltrata a tutela dei Cittadini da ben 13 ex amministratori – dove veniva chiaramente spiegato il meccanismo del calcolo che fissava il raggiungimento 37 % e, dunque, la necessità di ricorrere nelle sedi competenti per l’eliminazione della sanzione. La Commissione incrementò invece e vertiginosamente il costo dei servizi a domanda individuale, determinando una catena di quelli che possiamo definire eufemisticamente “disagi ingiustificati”. Né produsse un comunicato, una nota stampa che servisse a ristabilire la correttezza delle disinformazioni propalate in precedenza.
Sappiamo che all’interno della Giunta attuale vi è chi conosce a fondo la questione e siamo certi che ogni azione verrà intentata per ottenere l’annullamento della sanzione, per operare le rettifiche conseguenziali alle ingiustificate e abnormi tariffazioni applicate ai servizi a domanda individuale. Andrebbe valutata anche l’inerzia commissariale di fronte al palese errore commesso.
3 – “Transazione” con il comune di Modica e il comune di ispica su oneri conferimento discarica San Biagio
Con delibera n. 57 del 3 settembre 2015 è stato approvato lo schema di un c.d. “ ATTO DI TRANSAZIONE” tra il Comune di Scicli ed il Comune di Modica per la definitiva estinzione del credito vantato dal Comune di Scicli nei confronti di controparte in relazione all’uso pluriennale (dall’anno 2002 al 2007) della discarica di San Biagio.
Con delibera n. 81 del 12 agosto 2016 è stato approvato lo schema di un c.d. “ ATTO DI TRANSAZIONE” da concludere tra il Comune di Scicli ed il Comune di Ispica per la definitiva estinzione del credito vantato dal Comune di Scicli nei confronti di controparte, ancora una volta in relazione all’uso pluriennale della discarica di San Biagio.
La storia dei crediti vantati da Scicli nei confronti dei Comuni che conferirono nella discarica di San Biagio è lunga, articolata e ormai nota in molti dei suoi passaggi. In estrema sintesi, Scicli fu costretta da ordini superiori sia a consentire l’accesso alla discarica da parte dei Comuni del comprensorio (Modica, Ispica, Pozzallo), sia, nei fatti, a anticipare gli oneri di discarica per conto di questi. Una mostruosità che portò alla saturazione della discarica, impoverì le casse comunali e pose sulle spalle di ogni cittadino della comunità sciclitana oneri pesantissimi che tutt’ora pesano sul bilancio comunale.
I cosiddetti “atti di transazione”[5] secondo circostanziati pareri[6], di transattivo hanno ben poco. Noi ci auguriamo che qualcosa possa ancora essere fatta per rimediare ad una situazione che sembra aver sancito una riduzione abnorme dei crediti vantati dal comune di Scicli, determinando carichi altrettanto enormi sulle spalle dei cittadini.
4 – Costi costituzione in giudizio presso il TAR Lazio POSTI A CARICO DEL COMUNE
Contro lo scioglimento del Consiglio Comunale di Scicli si è prontamente costituito in giudizio a proprie spese presso il Tribunale Amministrativo[7] un cospicuo gruppo di ex amministratori. La sentenza è stata negativa, soprattutto a ragione di un processo pendente in sede penale[8], ma lo stesso TAR ha voluto chiarire che non sussistono procedimenti a carico degli amministratori ricorrenti, confermando che nessuno di loro è mosso per difesa della propria persona, ma con l’unico scopo di tutelare il buon nome della Città.[9]
La Commissione Straordinaria, evidentemente non soddisfatta dalla circostanza che lo Stato venga difeso dall’Avvocatura, ha ritenuto di doversi costituire avverso il ricorso presentato dagli ex Amministratori, gravando il costo non indifferente su quelle casse comunali che la stessa Commissione aveva più volte dalla dichiarate depresse, dando incarico non già al legale dell’Ente, ma ad un professionista esterno (ricordiamo un importo pari a 8.000 euro). Quanto fosse questa azione “necessaria” è apparso chiaro al termine dell’estate 2016, quando lo stesso ministro Alfano non ha prorogato la presenza commissariale, con ciò ammettendo che di tali figure a Scicli non vi fosse alcuna necessità. Auguriamo che venga vagliata ogni possibile azione volta al recupero delle somme inopinatamente spese per una difesa che, comunque, lo Stato si assicura gratuitamente attraverso l’Avvocatura.
5 – Piano di Riequilibrio Pluriennale
La situazione economico finanziaria dell’ente comunale si palesava da tempo assai grave e in qualche misura persino fuori controllo, come pesantemente stigmatizzato dalla Corte dei conti che nell’ottobre 2013 si era pronunciata con espressioni assai gravi sul rendiconto 2011 e sul bilancio 2012[10], prefigurando l’avvio della procedura di dissesto a carico del Comune di Scicli. Né si registrava alcun miglioramento in occasione della chiusura contabile dell’anno 2012[11]. Con riguardo all’anno contabile 2013, nel quale il governo comunale del tempo non redigeva né il bilancio preventivo né, conseguentemente, quello consuntivo, le censure della Corte sui due “referti” semestrali, presentati dal Comune per obbligo di legge, rimanevano pesantissime [12].
Per contrastare la gravissima situazione “In data 23 gennaio 2014 veniva nominata una nuova Giunta comunale con l’obiettivo principale di perseguire il risanamento, ridurre le criticità gestionali, con riferimento ai risultati programmati e non raggiunti per vari motivi, e definire obiettivi strategici perseguibili, già nel 2014 e da consolidare negli anni successivi.”[13].
Il nuovo governo cittadino, in circa otto mesi predisponeva in maniera tecnicamente corretta e approvava il bilancio preventivo 2013 e il bilancio consuntivo 2013, per potersi finalmente dedicare al bilancio preventivo 2014. Tre bilanci in pochi mesi, un record che forse nel nostro Paese non ha eguali, tre bilanci la cui validità non è stata mai messa in dubbio da nessuno dei due governi straordinari che – purtroppo – seguirono a partire dal gennaio 2015.
Nel maggio 2014, nel corpo della medesima nota sopra menzionata [14], il nuovo governo di città era in grado di presentare agli autorevoli interlocutori le importanti misure correttive intraprese. E finalmente, nell’adunanza tenutasi a Palermo a fine dicembre 2014 la Corte dei conti fornisce in chiusura di verbale una importante attestazione al governo pro-tempore – rappresentato nei rispettivi ruoli dal vice sindaco Giuseppe Savarino e dal nuovo Capo Settore Finanze dott.ssa Grazia Maria Galanti [15]– quando “raccomanda all’Amministrazione di proseguire con determinazione nell’azione di risanamento della gestione dell’ente”. Una dichiarazione di apprezzamento e dunque di ben altro tenore rispetto a quelle ricevute dal Comune di Scicli sino a quel momento[16].
Poiché la situazione contabile si era dimostrata gravissima e persino fuori controllo, era stato necessario redigere un Piano di Riequilibrio, espressione con la quale si intende il piano economico finanziario pluriennale con il quale un Municipio intende risanare la propria situazione economico finanziaria [17]. Essendo collegato ai bilanci predisposti dal governo allora in carica e che come abbiamo visto erano palesemente insufficienti, il Piano, approvato in Consiglio comunale in data 14 dicembre 2013 e rimodulato con deliberazioni consiliari del 14 e del 16 luglio 2013, non poteva che essere dapprima oggetto di rilevanti osservazioni da parte della Corte dei conti [18] e poi colpito da rilevanti censure della stessa Corte, sino al rigetto[19].
Diveniva pertanto subito in salita la battaglia condotta nel 2014 per il nuovo Piano di Riequilibrio. Infatti, cosciente che solo un Piano accettato dalla Corte avrebbe evitato il dissesto della città, il nuovo Governo si assunse il compito di prolungare la sopravvivenza del precedente Piano, per quanto indifendibile a causa dei numerosi errori non rimediabili che lo caratterizzavano, per poi sostituirlo con nuovo Piano di Riequilibrio Finanziario di durata quadriennale 2014 – 2017, la cui rimodulazione veniva approvata il 12/12/2014 dal Consiglio Comunale convocato con procedura di urgenza.
Nell’audizione del 24 novembre 2014 il nuovo Piano non veniva fatto oggetto di osservazioni e, anzi, nel cauto linguaggio proprio della Corte si colsero incoraggiamenti a proseguire per la strada intrapresa, così come qualche giorno dopo si riporterà addirittura per iscritto in relazione alle attività di bilancio condotte dal nuovo governo [20].
Da segnalare che il Piano di Riequilibrio presentato nel 2014 si basava sui finanziamenti trentennali della Cassa Depositi e Prestiti accordati all’Amministrazione mediante i decreti n.35/2013 e n.66/2014, grazie ai quali venivano ripianate con una procedura vantaggiosa i debiti pregressi e la grande massa di debiti fuori bilancio, pesantissima eredità del passato e che venivano fatti emergere dall’accorta azione contabile svolta dagli uffici. Proprio il ricorso a tali due decreti di finanziamento – cosa per nulla semplice, se è vero che il vicino comune di Modica non riusciva a sanare per la stessa via tutte le sue passività – consentiva all’amministrazione di presentare un Piano di Riequilibrio di durata breve, che già nel 2017 avrebbe posto termine ai maggiori sacrifici dei cittadini.
In questo quadro economico finanziario positivo consolidatosi nei pochi mesi del 2014, i Commissari straordinari subentrati presentavano inopinatamente un ulteriore Piano di Riequilibrio, questa volta di durata addirittura decennale. Tale Piano, fortemente avversato dalla Città, si ha notizia sia stato cassato dalla Corte.
IN CONCLUSIONE
Come risulta da atti prodotti dalla Corte dei conti, citati in questo documento e che possono essere liberamente letti dai comuni cittadini, la situazione economico finanziaria del comune di Scicli si palesava in grave disordine almeno dall’anno 2010 e ha trovato il suo culmine nel 2013, anno in cui non venivano neppure prodotti bilanci e in cui veniva inoltrato alla Corte dei conti un Piano di Riequilibrio di fatto impresentabile. Il governo della città nel 2014 produceva in pochi mesi 3 bilanci e un Piano di Riequilibrio vero, in quanto supportato da pezze di appoggio e preceduto da azioni concrete illustrate alla Corte.
Nel successivo periodo di governo straordinario venivano poste in essere iniziative che privavano la Città di gran parte dei cospicui crediti vantati presso comuni viciniori, che non consentivano ai Cittadini di partecipare a scelte della spesa pur imposte dalle norme, che producevano effetti sanzionatori a carico dei cittadini non contrastati neppure quando dimostrati gravemente errati. Infine, si produceva un nuovo Piano di riequilibrio nell’incomprensibile tentativo di sostituirlo al precedente.
Dall’esame degli atti emerge in tutta la sua evidenza che un Governo di Cittadini lontano da partiti e gruppi compromessi era riuscito a strappare il Comune dalla condizione di pre-dissesto in cui era stato precipitato dalla incapacità e dal clientelismo rapace della vecchia politica. Era cioè riuscito, con il sostegno di alcuni consiglieri – poi definiti responsabili perché avevano rinunciato a imporre una Giunta costituita da personaggi provenienti dai loro partiti – a rimettere i conti in ordine avendo per unico fine il Bene Comune. Un messaggio rivoluzionario, una realtà che tutte le vicende successive hanno tentato in tutti i modi di opacizzare e rendere incomprensibile al resto del Paese.